Foto di ROMAN ODINTSOV da Pexels
Tra le tante possibilità che la diffusione dell’internet ha creato, ce n’è una particolarmente significativa: la condivisione delle passioni. Gente sparsa nel mondo che ci mostra come costruire una cattedrale con gli stuzzicadenti o che si cimenta in foto mozzafiato, scala montagne, assembla torte come opere d’arte, addestra cani e gatti, danza, suona, dipinge, insomma: crea.
Da qualche tempo a questa parte qualcosa ci fa finalmente riflettere sul significato dei nostri interessi, sulla bellezza di averne e condividerli e sull’idea che non è sbagliato avere un lavoro comune ed allo stesso tempo coltivare degli hobby a cui dedicar tempo.
A volte, fin da piccoli, ci veniva prospettata un’esistenza un po’ piatta, fatta di sfumature di grigio, dove ci veniva mostrata la vita perfetta in termini di binomio: famiglia + lavoro (+ niente di più). Ma per alcuni il mondo è stato sempre più colorato che per altri. C’era chi dipingeva, praticava sport, cantava, suonava e riusciva anche ad esser bravo a scuola.
E che cosa succede quando una persona del genere diventa adulta? Quando si approccia al lavoro, quando sostiene un colloquio? E quando risponde alla domanda: dove ti vedi tra 5 anni?
Se per alcuni è più difficile fare lo stesso lavoro per anni, coltivare lo stesso hobby tutta la vita o anche impegnarsi brillantemente in un solo interesse alla volta, allora probabilmente ci troviamo di fronte ad un soggetto dotato di multipotenziale. Ma che cos’è il multipotenziale?
Emilie Wapnick e la guida al multipotenziale
Emilie Wapnick, autrice del libro “Diventa chi sei. Una pratica guida per persone creative che hanno molteplici passioni e interessi”, nonché nota career coach, è tra le più grandi sostenitrici di questa definizione.
«Mi interessavo a un argomento, mi ci immergevo, lo divoravo, e diventavo brava, qualsiasi cosa fosse. Ma a un certo punto cominciavo ad annoiarmi. Di solito cercavo di perseverare comunque, perché avevo già dedicato tempo, energia e a volte denaro in quel campo. Ma alla fine mi assaliva questo senso di noia: “Ci sono riuscita. Non è più una sfida” diventava troppo. E lasciavo perdere».
Emilie Wapnick (fonte: https://mgmtmagazine.com/chi-sono-i-multipotenziali-e-quali-sono-i-loro-5-superpoteri-1070809/)
Multipotenziali: come riconoscerli?
Il multipotenziale è agli occhi del mondo una persona positivamente inquieta, che assale le proprie passioni, ne trae tutto l’insegnamento possibile, le consuma e passa oltre. Ma può anche essere chi allo stesso tempo si dedica a 2 o 3 attività parallele, coniugando mondi all’apparenza inconciliabili (ad es. un fisico con la passione per la pasticceria).
E nel lavoro?
I soggetti dotati di questa propensione naturale sono come delle spugne, assimilano tutto quello che li circonda, riuscendo al contempo ad essere veloci ed efficienti. Unico limite? La necessità di creare nuovi stimoli per permettere alla sua mente di crescere, di approcciarsi alle proprie mansioni con l’idea di non conoscerne tutti gli aspetti e di volerli – per questo – scoprire. I soggetti multipotenziali sono facili da riconoscere: solitamente riescono a sostenere conversazioni legate a molteplici argomenti. Ma se non sanno qualcosa, allora vi chiederanno ogni singolo dettaglio su ciò che non conoscono e che ha suscitato in loro interesse.
Foto di Anthony Shkraba da Pexels
Il cerchio si chiude
Sono molti i personaggi della storia che presentano queste peculiari caratteristiche: da Albert Einstein – l’esempio più lampante – a Winston Churchill – politico con la passione per la pittura. Ma per tornare da dove siamo partiti, l’avvento della condivisione social ci ha permesso di diventare un po’ più multipotenziali o comunque ci ha fatto comprendere che non è sbagliato esserlo. Inoltre ci ha dato la possibilità di appassionarci a nuove attività, ci ha stimolati a viaggiare, ad apprendere trucchi del mestiere che spesso restavano segreti.
Foto di ROMAN ODINTSOV da Pexels
Al prossimo articolo, Noisers’ lovers.